Aiutandoti a stare meglio
Se stai soffrendo di nevralgia del trigemino, sai quanto questa sta influenzando la qualità della tua vita. La buona notizia è che il nostro network di medici esperti è in grado di aiutarti.
Alcuni dati
La nevralgia trigeminale è nota per il dolore intenso che può causare, tanto da aver spinto, in passato, alcuni pazienti al suicidio a causa dell’assenza di trattamenti efficaci. Questa gravità ha stimolato la comunità medica a sviluppare numerosi approcci terapeutici, sperimentando soluzioni diverse. Alcuni trattamenti sono stati abbandonati per la loro scarsa efficacia, mentre altri sono diventati parte integrante delle terapie consolidate per questa malattia.
La scelta del trattamento più adeguato dipende dal tipo specifico di nevralgia e dalle condizioni cliniche del paziente. Ogni decisione deve considerare attentamente rischi e benefici. Sebbene non esista una cura universale e priva di effetti collaterali, è fondamentale individuare la terapia più adatta al singolo caso. Per questo motivo, è sbagliato proporre un trattamento unicamente perché il medico ne ha maggiore dimestichezza o perché rappresenta l’unica opzione disponibile. Il trattamento scelto dovrebbe sempre garantire il massimo beneficio e il minor rischio possibile per il paziente.
Una volta escluse nevralgie secondarie a condizioni come patologie dentarie, infiammatorie o tumorali, si può ricorrere a due principali categorie di trattamenti: terapie farmacologiche e interventi invasivi.
Terapie farmacologiche
La carbamazepina è il farmaco di prima scelta per il trattamento della nevralgia trigeminale. La sua efficacia dipende dal raggiungimento di un dosaggio adeguato, variabile da paziente a paziente. Tuttavia, gli effetti collaterali possono essere significativi, rendendola inadatta per alcuni individui.
Esistono anche farmaci di seconda scelta, spesso utilizzati da soli o in combinazione, tra cui:
- Oxcarbazepina
- Gabapentin
- Topiramato
- Pregabalin
- Antidepressivi triciclici
Circa il 60-70% dei pazienti ottiene risultati soddisfacenti con la terapia farmacologica. Per gli altri, si rende necessario ricorrere a trattamenti invasivi.
Interventi invasivi
Microdecompressione vascolare (MVD)
La microdecompressione vascolare è considerata il trattamento di prima scelta per i pazienti idonei. Si tratta di un intervento di micro-neurochirurgia che risolve il contatto tra l’arteria (o la vena) e il nervo.
L’intervento prevede:
- Un’incisione dietro l’orecchio.
- Un accesso al cranio tramite una piccola craniotomia.
- L’utilizzo del microscopio per allontanare il vaso dal nervo, interponendo materiale o utilizzando una microsutura.
Questo approccio, eseguito da neurochirurghi esperti, ha un tasso di successo del 90-95% con un rischio minimo di complicanze. È considerata una soluzione definitiva poiché elimina la causa della nevralgia senza danneggiare il nervo.
Tecniche percutanee
Le tecniche percutanee prevedono l’introduzione di un ago attraverso il viso fino al forame ovale (apertura cranica da cui esce il trigemino). Una volta raggiunto il nervo, si può indurre una lesione con diversi metodi:
- Sostanze chimiche (es. glicerolo)
- Calore o elettricità (termorizotomia a radiofrequenza)
- Compressione meccanica (microcompressione con palloncino)
Questi interventi, spesso eseguiti in sedazione, hanno il vantaggio di essere poco invasivi e di richiedere brevi periodi di ricovero. Tuttavia, comportano:
- La creazione di una lesione nervosa, generalmente reversibile, che può richiedere ulteriori trattamenti nel tempo.
- Possibili effetti collaterali, come l’anestesia facciale.
L’intervento prevede:
- Un’incisione dietro l’orecchio.
- Un accesso al cranio tramite una piccola craniotomia.
- L’utilizzo del microscopio per allontanare il vaso dal nervo, interponendo materiale o utilizzando una microsutura.
Questo approccio, eseguito da neurochirurghi esperti, ha un tasso di successo del 90-95% con un rischio minimo di complicanze. È considerata una soluzione definitiva poiché elimina la causa della nevralgia senza danneggiare il nervo.
Radiochirurgia
La radiochirurgia viene riservata a pazienti per i quali altre terapie sono inefficaci o controindicate. Questo trattamento consiste nell’irradiare la radice sensitiva del trigemino con un’alta dose di radiazioni, creando una lesione mirata. È efficace nel 70-80% dei casi.
Trattamenti complementari
Alcuni approcci complementari possono essere associati alle terapie farmacologiche o chirurgiche per migliorare i risultati:
- Psicoterapia
- Fisioterapia
- Agopuntura
- Cure omeopatiche
Sebbene questi trattamenti non siano risolutivi, possono contribuire a migliorare la qualità della vita del paziente.
Le nostre specializzazioni
Il team è composto da medici di diverse specializzazioni. Coordinatore del gruppo è il Dr. Luigi Berra, Specialista in Neurochirurgia, che ha un particolare interesse ed esperienza maturata nel trattamento della nevralgia del trigemino. Egli si avvale di collaboratori con competenze e specializzazioni.
Come procediamo
Seguiamo un processo ben testato che si è rivelato efficace:
Appuntamento
Anamnesi
Piano teraputico
Ci chiedono spesso
Ecco alcune domande poste di frequente che abbiamo selezionato:
Quali sono i trattamenti farmacologici per la nevralgia del trigemino?
Quali sono le opzioni chirurgiche?
Quali sono le tecniche percutanee utilizzate per trattare la nevralgia del trigemino?
Quando si utilizza la radiochirurgia nella nevralgia del trigemino?
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